Era stato uno dei luoghi preferiti dai Borbone prima di diventare la Cenerentola dei luoghi d’arte. Nell’ipogeo c’era un tavolo da ping pong, ora ospita antiche urne funerarie. Adesso tutto l’antico complesso vive un momento di ritrovato splendore grazie all’avvio del cosiddetto “Cantiere San Giuseppe”, così come definisce Ugo De Flaviis, presidente della Fondazione San Giuseppe dei Nudi che gestisce il bene, tutte le attività messe in campo per trasformare uno spazio solo a servizio del quartiere in un prestigioso complesso monumentale, attrattore culturale e motivo di orgoglio per tutta la città di Napoli.
Attività raccontate in un quaderno dal titolo “Un’opera di Misericordia l’Arciconfraternita di San Giuseppe dell’opera di vestire i nudi” (edizioni Buonaiuto), presentato nella chiesa assieme a voci illustri di questa operazione di prezioso recupero. Gli autori dei saggi brevi pubblicati nel collettaneo, con l’introduzione di De Flaviis, sono Marco Lo Tufo, Mariarosaria Cozzolino, Ilaria Improta, Sabrina Peluso, Mauro Improta, Daniela Menafro.
“Il Cantiere San Giuseppe, avviato nel 2015, punta a restituire all’antico splendore questo luogo, molto amato dai monarchi e dalla aristocrazia”, racconta bene De Flaviis, succeduto al padre Aldo nella presidenza della Fondazione. Da 200 anni, questo spazio custodisce gelosamente la reliquia del santo: la famosa mazzarella di San Giuseppe. “Molti continuano a credere che si tratti di una leggenda, invece esiste davvero ed è esposta in una teca qua da noi”, continua.
Questo prezioso tesoro religioso, culturale e antropologico consente a questo luogo di rientrare a pieno titolo nel circuito Extra Mann, che comprende ben 40 luoghi d’arte. Senza contare la presenza, al di sopra dell’ingresso, della cantoria sulla quale è posizionato un pregevole organo settecentesco in legno dorato (quasi certamente suonato da Giovanni Paisiello, nominato dall’Arciconfraternita maestro ordinario di cappella nel 1801), ora in corso di ristrutturazione. I progressi dal 2015 sono stati tanti. Va segnalato il recupero del cortile settecentesco, restituito alla comunità e abbellito con un’opera contemporanea di Riccardo Dalisi, grazie all’intervento dell’architetto Davide Vargas.


Al tavolo: Amedeo Manzo, presidente BCC Napoli, Daniela Menafro, presidente associazione “Amici degli Archivi”, il padrone di casa Ugo De Flaviis, Daniela Savy, docente Federico II progetto “Obvia Extra- MANN”.
