Il disagio. Scomposto e declinato nelle sue varie forme, in tono lieve e ironico, attraverso le disavventure di un correttore di bozze prestato alla letteratura, autore di un solo libro ma di successo, pressato da un editore che vorrebbe un nuovo capolavoro.
Nella prigione dorata del suo smart working, il protagonista si trova a fare i conti anche con un amore non corrisposto, varie (dis)avventure sentimentali, il “fantasma” ingombrante di un’ex, sedicenti ricerche di lavoro e una gastrite che pare irrisolvibile.
E se la soluzione fosse la fuga nel mondo lavorativo “reale”, millantando nel frattempo la nascita di un fantomatico thriller?
“Forse le nuvole”, l’ultimo libro di Alex Bartoli (premio letterario Le Fenici e segnalazione di merito premio letterario Alda Merini per “La Signora D”), è narrativa fittizia, pretesto per riflessioni di varia natura, da parte di chi si sente sempre inadeguato e fuori posto. L’esaurimento galoppante del protagonista permette all’autore di abbattere qualche parete di cartone e qualche concetto preconfezionato.
Il libro si ripropone di tenere un “ritmo” alto, fino al colpo di scena finale. Tiè.
