Il sessantottenne Teo, venditore di tacos in pensione e pittore frustrato «con pedigree», ha un attaccamento morboso per la “Teoria Estetica” di Adorno, con cui tenta di risolvere ogni tipo di problema, compreso quello degli scarafaggi che infestano l’edificio per pensionati in cui vive, a Città del Messico.

Passa le sue giornate tra liti condominiali e 𝘵𝘦𝘳𝘵𝘶𝘭𝘪𝘦 letterarie mentre prova a tenere il conto dei bicchieri di alcolici che beve, per far durare il più a lungo possibile i suoi esigui risparmi. Inoltre, scrive su un quaderno qualcosa che «non è un romanzo» e valuta quante possibilità ha di portarsi a letto Francesca (presidentessa delle riunioni di condominio) o Juliette (verduraia rivoluzionaria). Nella vita monotona del condominio irrompe anche la gioventù, incarnata da Willem, Mao e Dorotea, che assecondano i piani di Teo in un crescendo di assurdità, doppi sensi e pungente ironia che porta a un climax tale da «bagnarsi i pantaloni».

Nel racconto, numerosi frammenti di passato e presente si intrecciano ripercorrendo l’arte e la politica del Messico degli ultimi ottant’anni, che sono scanditi, nella storia familiare del protagonista, secondo il susseguirsi dei cani adottati da sua madre. Nella sua “Teoria estetica”, Adorno afferma che «anche del tragico l’arte d’avanguardia scrive la commedia»; questo romanzo ha, allora, l’intento di rivendicare i dimenticati, i maledetti, gli emarginati, gli scomparsi e i “cani randagi” come Teo.

A fine febbraio in libreria “Ti vendo un cane” di Juan Pablo Villalobos ‼️ Casa editrice Cento Autori. Traduzione di Giuseppina Imperatrice. Copertina a cura di Valentina Galluccio.

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