Carlo de Blasio, vicedirettore Tg3Campania. Filosofo e chef vegano per passione.
È autore del testo “Sangue e l’anima”, Guida Editori.

Ho studiato per 40 anni le correnti filosofiche che vanno dalla Grecia Antica alla Roma Imperiale. È una mia passione, mai sfociata in attività lavorativa. Al massimo ho tenuto dei piccoli corsi e seminari rivolti ad altri appassionati di filosofia (soprattutto gente comune come me). Siccome sono – o cerco di essere – soprattutto un giornalista (questo invece è stato ed è un lavoro), tento di comunicare con la massima semplicità la filosofia che mi ha convinto. Mi è sempre piaciuto rendere, con parole comuni, concetti che sono stati chiusi – per secoli – in gabbie fatte di linguaggi poco empatici e poco diretti. Il mio approccio più immediato ha creato interesse e qualche curiosità. Così ho articolato la mia proposta “divulgativa” in un libro (Il Sangue e l’Anima) in un sito web sokratiko e in una pagina facebook (Anatomia della Cura di Sé).

Nei momenti critici della mia vita, le riflessioni di Socrate, Epitteto, Seneca e Marco Aurelio mi hanno aiutato enormemente. E più ancora delle riflessioni, ho trovato utilissime le prescrizioni pratiche, gli esempi concreti, le indicazioni reali. Le filosofie di quei grandi personaggi non avevano nulla di astratto e nulla di astruso: erano stili di vita, atteggiamenti visibili, modelli di quotidianità. La vita di Epicuro è stata una vita filosofica. La vita di Cicerone è stata una vita filosofica. Quindi, loro sono stati maestri di vita. Maestri efficacissimi perché sono stati, in primis, loro stessi – con le loro esistenze di tutti i giorni – a esprimere fattualmente il senso autentico e tangibile delle filosofie socratiche, stoiche, epicuree, ciniche (insomma delle varie scuole a cui sono più o meno riconducibili). 

Alla fine del Novecento, il filosofo francese Michel Foucault ha riportato all’attenzione di tutti l’intero complesso di pratiche filosofiche di quei dieci secoli di filosofia pratica, ponendolo sotto il titolo di EPIMELEIA HEAUTOU che, tradotto dal greco antico, significa “prendersi cura di sé”. Si tratta di una cura ai particolari, alla sobrietà, alla dignità, alla sostanza, alla modestia, alla ponderazione, alla serenità, alla naturalezza, alle parole, ai silenzi, alla verità.

Ho scritto “Il Sangue e l’Anima” come tentativo di attualizzare quella magnifica e colossale esperienza filosofica; come tentativo – non accademico e non preclusivo – di rimettere al centro dell’attenzione un assunto che ritengo fondamentale: la vita umana è un’anomalia costituita dalla ipertrofia del cervello a svantaggio dell’emotività e dello “stare nelle cose”. Dobbiamo recuperare qualcosa di ciò che la mente (scatenata a briglia sciolta) ci ha fatto tralasciare e spesso dimenticare. Questo recupero è una operazione filosofica che dura una vita e che si compie ogni giorno in tutte le grandi e piccole scelte che facciamo.

È una meravigliosa pratica di vita che – per giunta – trasforma la morte che tutti attende al varco da qualcosa di terrorizzante a qualcosa di irrilevante. 

Carlo de Blasio